E’ stata costruita verso la metà del 1800. Si tratta di un edificio su due piani fuori terra ed uno seminterrato, in stile tipico piemontese: una parte abitativa su due piani collegati da una scala centrale, adiacente alla stalla ed al portico per gli attrezzi agricoli al piano terra ed al fienile al primo piano. Nel seminterrato la cantina.
Le origini
La proprietaria Vivaldo Maria (Mina) sposò Giovanni Conterno (Pin), figlio di Giacomo (chiamato Arguelo a memoria delle sue origini Argentine).
Mina e Pin coltivavano la terra e gestivano la Trattoria del Ponte, la cui insegna ancora si poteva leggere sulla facciata della casa quando abbiamo iniziato la ristrutturazione. Mina e Pin ebbero un figlio, Giacomo, che si sposò con Antonia. Da giovane Antonia lavorava a Torino, era a servizio in una famiglia Ebrea proprietaria di un negozio di tessuti.
Era una ragazza molto sveglia ed intelligente, in breve tempo emersero le sue doti commerciali. Quando venne a vivere al Ponte, sposa di Giacomo, affascinante, giovane ed intraprendente come lei, la casa si animò sempre più.
La nascita del Circolo
Sorse il Circolo, con un bel bigliardo nel centro della stanza, un negozio di Sali e Tabacchi e di generi alimentari, il ristorante con le camere per gli ospiti, il granatin per la compravendita di sementi, concimi, e prodotti agricoli ed ovviamente non poteva mancare un negozio di tessuti. Il primo negozio di tessuti di Monforte in cui fu possibile comprare degli abiti confezionati, dei grembiuli per la scuola.
Se pensiamo tutte queste attività concentrate in un unico edificio non può che venirci in mente un centro commerciale.
Sì perché qui potevi arrivare con il calesse, nutrire e far riposare il cavallo nella stalla, riposarti in una camera dopo aver consumato un pasto prelibato e fatto una partita a carte con gli altri avventori, magari cantato un paio di canzoni accompagnate da vinello e caldarroste. Ed il mattino, di buonora potevi riprendere il tuo viaggio, con il cesto della spesa colmo di prelibatezze: pane, tume, salame, vino e magari un paio di acciughe belle grassottelle ed un pezzo di cioccolato.
Com’era la cucina
I salami erano di produzione propria, si macellava una volta alla settimana. La carne era lavorata in una camera adiacente alla cantina, dove c’era il pozzo. Due ganci fissati al soffitto permettevano di appendere l’animale. Le pareti intonacate a cemento lavabile consentivano una facile pulizia ed una buona igiene. I salami appena fatti erano stagionati in una cameretta al primo piano. Erano appesi ai chiodi dei travi del soffitto e mandavano il loro profumo in tutte le camere della casa.
Nella stessa stanza erano conservate le tume e le mele. L’accesso non era ovviamente consentito a tutti. Anzi era chiusa gelosamente e vi si accedeva solo da un piccolo balcone. Quando abbiamo comprato la casa questo balcone, fatto di travi, non c’era più. Il legno era marcito negli anni. Siamo entrati nella stanza facendo un buco nella parete. Si respirava il profumo del passato, come se un pezzo di anima di chi ha vissuto lì fosse rimasto a vegliare sulla dispensa, inaccessibile da chissà quanti anni.
E com’erano le camere
Ogni camera della casa era tenuta con estrema cura, tutte erano riscaldate con il camino, nel ristorante ce n’erano addirittura due su lati opposti. Ai vetri delle finestre le tendine erano di pizzo e le pareti, le pareti erano dipinte con estremo gusto, come per rendere l’effetto della carta da parati: una tinta pastello di base e poi tante decorazioni con fiori colorati, foglie, linee verticali con disegni concentrici per dare l’effetto di un rivestimento di legno con le sue venature.
Durante la ristrutturazione abbiamo rifatto con il massimo della precisione i disegni del salone del ristorante, l’attuale sala Yoga. Li ho ridipinti personalmente, il lavoro ha richiesto molto tempo e precisione. E’ stata un’esperienza meravigliosa, pensavo a chi aveva creato il disegno, ai suoi gusti a cosa stava pensando mentre lavorava, mi sembrava di sentire il suo spirito al mio fianco.
La storia continua…
Antonia e Giacomo ebbero 4 figli: Giovanni, i gemelli Aldo e Adriana e Iolanda.
Adriana racconta con tanto orgoglio dei suoi genitori e nonni, di quanto siano stati abili imprenditori, instancabili lavoratori, ricchi di idee che hanno realizzato con fervore e di quanto amore abbiano dato loro, seppure fossero così assorbiti dalle loro attività. Un forte senso del dovere, il rispetto degli altri, molta intraprendenza, il valore della famiglia e dell’istruzione sono stati i cardini dei loro insegnamenti.
La Casa del Ponte non era l’unica fervida attività in Località San Giuseppe di Monforte, poco lontano in direzione di Roddino la fornace Grasso dava lavoro a decine di persone e poi c’era il mulino, la segheria ed il falegname.
Non c’è persona di inizio secolo a Monforte che non abbia lavorato nella sua gioventù al Ponte, chi aiutava i Conterno in cantina, chi faceva i salami, chi si occupava dei bambini e della cucina del ristorante, chi lavorava dal mugnaio o era apprendista dal falegname, chi portava le tume, chi impastava e cuoceva coppi e mattoni.
E nel tempo libero si giocava a carte sotto il pergolato, racconta Donato Rocca, delle partite lunghe che non finivano più, accompagnate da vino e pane e salame. Con tanta emozione, come se fosse successo solo il giorno prima, ci dice che allora di macchine ne passavano poche, la pantalera era appesa alla parete di casa, sulla destra dell’ingresso della trattoria, e le partite di pallone elastico si giocavano direttamente nella strada. La pausa era quando passava una macchina.
Dai primi di Maggio, nella ricorrenza di San Giuseppe, c’era la festa della frazione, di fronte alla Casa del Ponte si piazzava il ballo a palchetto… quanti primi amori sono sbocciati tra i giri di mazurca, le risate, le partite…
Gli appartamenti oggi
- Bilocale di 45mq, al primo piano, composto da una cucina-soggiorno, camera da letto, bagno e ampio balcone.
Adatto per 4 persone. - Monolocale di 40 mq, al piano terra, composto da angolo cottura, letto, bagno, piccola cabina armadio e balcone.
Adatto per 2-3 persone. - Bilocale di 50 mq, al piano terra, composto da cucina-soggiorno, piccolo balcone coperto, camera da letto, bagno.
Adatto per 3-4 persone.